Cosa si intende per benessere psicologico?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha incluso il benessere psicologico nel concetto di salute. Secondo la definizione data dall’OMS, il benessere psicologico è quello stato nel quale l’individuo è in grado di impiegare le sue capacità cognitive o emozionali per rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, adattandosi costruttivamente alle condizioni esterne e ai conflitti interni.
In sostanza gli individui devono avere la possibilità di sentirsi a proprio agio nelle circostanze che si trovano a vivere. Pertanto la salute viene vista come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non solamente l’assenza di disagio o malattia”.
Purtroppo quando si pensa alla salute mentale ci si focalizza quasi esclusivamente sul disagio, sulla malattia e sul funzionamento negativo, non considerando che cose come tensioni, stress, relazioni insoddisfacenti, ma anche alcuni nostri comportamenti, abitudini e attitudini possono ostacolare il nostro benessere psicofisico.
Generalmente le persone davanti a situazioni insoddisfacenti o che le fanno soffrire pensano “ce la posso fare da solo”, oppure pensano che basti parlarne con un amico o un parente, ritenendo che non ci sia bisogno di ricevere un supporto psicologico specialistico perché si crede che ci si debba rivolgere a uno psicologo solo quando c’è una malattia mentale.
Ricorrere ad una cura psicologica significa può essere fatto allo scopo di ricevere un trattamento sia per sintomi come ansia, paure, basso tono dell’umore e altro; sia per valutare il proprio funzionamento psicologico negli aspetti negativi e positivi, al fine di comprendere quali sono i punti di forza della persona al fine di aiutarla a migliorare la propria vita e raggiungere il miglior benessere psicologico possibile in un dato momento della propria storia personale e sociale.
Check up psicologico
Per “check up psicologico” intendiamo una valutazione di massima dello stato di benessere mentale e/o di eventuali problematiche che causano disagio o sofferenza a una persona.
Perché c’è bisogno di fare una valutazione? Una valutazione psicologica è l’equivalente della visita che si riceve quando ci si reca da una medico di medicina generale, ovvero il medico di famiglia. Per sapere che cosa cosa arreca disturbo o sofferenza a una persona, occorre analizzare la personalità, i processi cognitivi e intrapsichici, le relazioni interpersonali e sociali.
Questo, si può fare solo attraverso il Colloquio Clinico dove il professionista mette in campo la sua capacità professionale di analizzare quanto una persona riporta, e attraverso la somministrazione di Test Psicodiagnostici che possano supportare e completare con dati oggetti la valutazione fatta dallo psicologo sulla base della sue analisi emerse durante il Colloquio Clinico. Questo percorso è necessario per stabilire insieme, psicologo e paziente, un piano condiviso di trattamento di problemi e difficoltà (come ansia, problemi di coppia, basso tono dell’umore, ecc.) volto a promuovere benessere, sviluppo e mantenimento della salute della persona.
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Sostegno e counseling psicologico
La consulenza psicologica (o counseling) comprende tutte le attività caratterizzanti la professione psicologica, e cioè l’ascolto, la definizione del problema e la valutazione, l’empowerment, necessari alla formulazione dell’eventuale, successiva, diagnosi.
Lo scopo è quello di sostenere, motivare, abilitare o riabilitare il soggetto, all’interno della propria rete affettiva, di relazioni e valori, al fine anche di esplorare difficoltà relative a processi evolutivi o involutivi, fasi di transizione e stati di crisi anche legati ai cicli di vita, rinforzando capacità di scelta, di problem solving o di cambiamento.
Il sostegno psicologico è un intervento il cui obiettivo è migliorare la qualità di vita della persona e degli equilibri adattivi in tutte le situazioni (di salute e di malattia), sviluppando e potenziando i suoi punti di forza e le sue capacità di autodeterminazione, sulla base delle proprie risorse personali e delle difficoltà, dei bisogni e delle aspettative individuali, nonché delle richieste e delle risorse dell’ambiente. Il sostegno psicologico realizza interventi diretti e mirati ad ottimizzare le relazioni affettive, adeguando la percezione del carico delle responsabilità e sviluppando le reti di sostegno e di aiuto nelle varie situazioni che un individuo può trovarsi ad affrontare.
Mindfulness
La parola “mindfulness” significa “consapevolezza”, “piena attenzione” e si tratta di uno stato di coscienza in cui si è testimoni vigili e presenti dei propri pensieri, emozioni e percezioni, in ogni momento. Una definizione classica descrive la mindfulness come un “prestare attenzione con intenzione, al momento presente, in modo non giudicante”. Vivere l’esperienza del momento, nel qui e ora.
Questo approccio deriva principalmente dalla dottrina e pratica meditativa buddista. La presenza mentale, conoscenza di ciò che accade, è quella facoltà che nella tradizione buddista occorre coltivare come strada per giungere alla riduzione delle sofferenze umane.
Questo sarebbe possibile attraverso il raggiungimento di un equilibrio emozionale che porterebbe verso un benessere psicologico duraturo.
Per raggiungere tale fine, la tradizione buddista non raccomanda un cambiamento della realtà esterna. Quanto piuttosto un mutamento dell’individuo stesso a livello cognitivo ed emotivo, per correggere gli errori che la mente umana commette, senza che ce se ne renda conto, quando non è allenata e disciplinata.
La pratica della mindfulness serve a portare versa alla pienezza dell’esperienza e a una comprensione più profonda e intuitiva della realtà e del modo di funzionare della mente stessa, compresi anche i suoi lati “negativi” come il disagio, la sofferenza e il dolore.
Questo approccio insegna a non respingere e a non negare questa dimensione ma ad accettarla, accoglierla e farne motivo di crescita poiché è la comprensione e l’accettazione la chiave per il cambiamento personale.
Solitamente il lato negativo della vita non possiamo evitarlo anche se la reazione istintiva è di allontanarci da esso. La prospettiva della consapevolezza (mindfulness), anche dei lati negativi, a prima vista appare strana e controintuitiva. Questo procedere verso la consapevolezza di ciò che ci fa soffrire, porta alla sua comprensione e questa permette di essere meno condizionati e oppressi dalle condizioni che portano disagio. Anche se può sembrare paradossale, tale approccio conduce verso le migliori condizioni possibili per trovare le vie e i modi più efficaci per gestire o risolvere le cause di sofferenza.
Pertanto la pratica della mindfulness faciliterebbe il passare da uno stato di disequilibrio e sofferenza ad uno di maggiore percezione soggettiva di benessere, grazie ad una conoscenza e comprensione profonda degli stati e dei processi mentali e attraverso un lavoro attivo con essi.
Training Autogeno
Questa tecnica è stata elaborata Schultz all’inizio del novecento, ed un metodo per raggiungere l’autodistensione con la concentrazione. È un intervento su se stessi che può portare a calmare il proprio cuore, a rimuovere gli effetti di uno stress raggiungendo la calma e il sollievo.
Spesso le persone si trovano a dire: “non ce la faccio più – sono nervoso – mi sento bloccato – non mi riconosco più – sono ansioso – mi arrabbio per un niente – vorrei essere più calmo – me la prendo per qualsiasi cosa – non riesco a concentrarmi – dormo male”.
Questa descrizione corrisponde alla “distonia vegetativa”, ciò significa che l’equilibrio psicologico di una persona è perturbato e questo si riflette sul sistema nervoso vegetativo, ovvero sul sistema che controlla i nostri organi attraverso il sistema nervoso simpatico e parasimpatico.
Le sollecitazioni stressanti del mondo tendono ad attivare il sistema nervoso simpatico, che è quello dedicato all’attivazione psicofisica; ciò che è deleterio per la salute è l’attivazione costante del sistema simpatico, dato che a lungo andare questo va a logorare corpo e mente.
Il sistema nervoso parasimpatico, invece, è dedicato al rilassamento di corpo e mente, solo che nel trambusto della vita moderna raramente si riesce a rilassarsi. Il training autogeno permette di commutare l’attivazione da un sistema all’altro, per cui praticare e apprendere questa tecnica permette alla persona di resistere alle sfide che la vita gli pone davanti senza sbilanciare il proprio stato di benessere.